L'OFFERTA

L'offerta, 2007, pennarelli ad alcol e china su carta.
L'offerta, 2007, pennarelli ad alcol e china su carta.

Frate Giusto aveva una gamba più corta dell’altra e una grossa gobba. Il collo taurino sorreggeva la testa calva forzatamente rivolta verso terra. Camminava lungo la navata della chiesa piegato in avanti, con un’andatura violentemente dondolante, impugnando il cestino delle offerte nella mano destra, ossuta e dalle unghie lunghe, avvicinandolo ai fedeli perché ci infilassero dentro il denaro. A metà del primo banco un’anziana signora, in cappotto grigio e capelli della stessa tinta, infilò una banconota nel cestino. Frate Giusto sbirciò dentro leccandosi le labbra e fece per ripartire, quando la signora lo fermò con un gesto. Il frate si voltò sollevando gli occhi acquosi sulla vecchia.

“Il resto.” disse, indicando il cestino purpureo con l’indice diafano e tremante.

Fra’ Giusto guardò quel sottile dito perlaceo vibrare in direzione delle elemosine.

“Scusi? Non ho capito.” chiese, sgranando gli occhi.

“Non volevo mettere tutto.” rispose lei.

Frate Giusto sbatté il cestino sul banco.

“E quanto voleva offrire?” chiese.

“Cinque.”

Il frate infilò lentamente le lunghe dita artritiche nel buco ed estrasse una banconota da cinque porgendola alla vecchia che la afferrò al volo e la ripose nella borsetta con un unico gesto.

“Che dio la benedica” mormorò Fra’ Giusto fissandola negli occhi.

“Amen.” rispose lei con voce acuta guardandolo dall’alto in basso.

Giunto in sacrestia Frate Giusto chiuse la porta e gettò uno sguardo deluso dentro il cesto delle oblazioni: parevano pochi biglietti di piccolo taglio. Affondò la mano nel buco, estrasse le banconote e le contò rapidamente. Lasciò le monete nel cesto.

“Vecchia taccagna.” grugnì e s’infilò i soldi in tasca.